
Incontinenza urinaria post intervento
In Pillole: l’incontinenza urinaria da sforzo post intervento è una condizione molto comune quando si affronta un intervento chirurgico alla prostata che spesso lascia strascichi o non si si risolve mai completamente. Fortunatamente esiste la possibilità di affiancare la terapia osteopatica al normale percorso riabilitativo fisioterapico, in modo tale da massimizzare l’efficacia dei trattamenti andando ad agire anche dove il percorso terapeutico convenzionale non può arrivare.
Incontinenza urinaria post intervento
L’incontinenza urinaria consiste nella perdita di involontaria di urina e come è facilmente prevedibile si tratta di un disturbo fastidioso che va ad intaccare anche la dignità della persona.
Solitamente questo problema è associato alle donne, sono infatti almeno 2 milioni le persone di sesso femminile colpite da incontinenza urinaria.
Ma è sempre cosi?
In realtà no.
Anche il sesso maschile, spesso a causa dell’età, è colpito da questa evenienza.
Uno dei casi tipici dove ci si trova a dover gestire questo tipo di problema è rappresentato dai casi di incontinenza urinaria da sforzo post intervento.
Nel momento in cui si subisce un’operazione chirurgica alla prostata, solitamente per patologia tumorale, si va incontro a fenomeni di incontinenza urinaria post intervento che a volte si risolvono da soli dopo un po’ di tempo mentre in altri casi lasciano strascichi o non si risolvono affatto, fino ad arrivare a misure drastiche come quelle farmacologiche o chirurgiche.
Cos’è l’incontinenza urinaria da sforzo
Questo tipo di incontinenza urinaria è un caso in cui si assiste ad una perdita di liquido come conseguenza di un improvviso aumento della pressione intra-addominale, cosi come in seguito a movimenti spontanei come quello di uno starnuto.
La perdita di urina avviene quando la pressione vescicale supera la pressione massima uretrale in assenza di attività contrattile. In tutte le circostanze che determinano un aumento della pressione addominale, come la corsa, l’esercizio fisico o un semplice colpo di tosse, si possono determinare perdite involontarie di urina, alla base delle quali vi è un’insufficienza dei meccanismi di continenza vescico-uretrale.
Fra i vari fattori di rischio per ciò che concerne l’incontinenza da sforzo vi è proprio l’incontinenza urinaria post intervento, poiché l’intervento chirurgico provoca un deficit delle strutture anatomiche deputate alla continenza.
Come affrontare l’incontinenza urinaria post intervento
I trattamenti da effettuare dipendono dalle diverse forme di incontinenza.
Se siamo in presenza di incontinenza post intervento da sforzo in genere si ricorre ad un percorso riabilitativo per riattivare il piano perineale.
Se questo non bastasse è possibile anche ricorrere alla elettro-stimolazione muscolare fino ad arrivare all’inserimento di dispositivi in grado di supportare il piano perineale.
Esistono anche percorsi di prevenzione, da attuare in fase post operatoria, utili a massimizzare gli effetti del percorso riabilitativo post intervento.
Considerando che i fisioterapisti specializzati in questo campo sono molto pochi è possibile affrontare questo tipo di problema in un altro modo, magari da affiancare ad un classico piano terapeutico?
Certo.
Esiste la possibilità di rivolgersi ad un osteopata che indagherà le cause del problema e agirà senza compromettere un eventuale cammino riabilitativo fisioterapico.
vediamo insieme come.
Osteopatia per la cura dell’incontinenza urinaria post intervento
l’osteopatia, come sempre avviene, si occupa di un determinato problema in presenza di una diagnosi certa.
Quando siamo sicuri di avere un’incontinenza urinaria post intervento da sforzo allora è possibile andare ad affiancare l’eventuale lavoro fisioterapico alle mani di un buon osteopata per cercare di risolvere al meglio la situazione.
L’incontinenza urinaria si fonda sul fatto che diverse parti del meccanismo di ritenzione non funzionano più per qualche motivo, in questo caso per traumi subiti da un intervento chirurgico.
L’osteopatia si occupa proprio di individuare le cause dei problemi di salute analizzando l’individuo nella sua totalità, come un insieme di parti profondamente interconnesse che insieme favoriscono il benessere della persona e l’integrità dei sistemi corporei.
Nel caso dell’incontinenza un osteopata potrà agire su più livelli: siccome il problema nasce da una somma di lesioni, nella visione osteopatica del corpo umano andranno valutate quelle che creano un aumento di pressione sulla vescica e quelle che alterano il meccanismo vescico-uretrale.
Il lavoro terapeutico si concentrerà quindi sui seguenti punti:
- liberare le restrizioni meccaniche sulle fibre nervose
- liberare i tessuti da aderenze recuperando elasticità e mobilità
- migliorare la mobilità degli organi riportandoli al loro normale schema fisiologico
- facilitare la circolazione arteriosa, venosa e linfatica
- rinforzare il tono degli sfinteri del perineo dinamizzando le strutture contrattili
Per fare questo tipo di lavoro è necessario verificare la funzionalità di diversi distretti corporei, usando anche l’osteopatia viscerale.
I punti da esaminare vanno dagli organi addominali e il peritoneo, al diaframma, alla colonna vertebrale, il bacino e il pavimento pelvico, fino alla posizione della vescica rispetto alla cintura manometrica addominale.
Parlando di alterazioni del meccanismo sfinterico è importante controllare i distretti relativi alla vascolarizzazione e innervazione, a cui è collegata anche la questione ormonale.
Oltre a trattamenti specifici per le disfunzionalità delle aree d’interesse è fondamentale avere un approccio quanto più possibile globale con la valutazione e nel caso il trattamento dell’asse cranio-sacrale.
Una scelta concreta
Come è evidente e dimostrato da vari studi l’osteopatia può trattare il problema dell’incontinenza post intervento in maniera globale ed efficace e può essere associata alla riabilitazione fisioterapica per ampliare i campi di azione.
Non solo, l’osteopatia può anche essere utilizzata per le incontinenze funzionali che non rientrano nell’ambito della riabilitazione fisioterapica o della chirurgia, soprattutto quando la riabilitazione non ottiene i risultati sperati.
Il nostro consiglio è quindi quello di chiedere con fiducia un consulto per sfruttare l’efficacia di una disciplina che ha molto da dire anche nei casi di incontinenza.
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