
Osteopatia e disabilità
Osteopatia: cos’è e come viene applicata
L’osteopatia è nata negli Stati Uniti nel 1874, anno in cui il dottor Andrew Taylor Still ne ha enunciato i principi. In seguito il dottor Still ha fondato la prima scuola di Osteopatia nel 1892.
Still, medico di formazione classica, ha compreso che la salute del nostro corpo si fonda sull’equilibrio tra i sistemi nervoso, muscolare e circolatorio.
I principi base dell’osteopatia sono tre:
- Unità del corpo: il corpo umano deve essere visualizzato nella sua interezza. La salute è determinata dall’armonia tra corpo, mente e spirito.
- Relazione tra struttura e funzione: la perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante.
- Autoguarigione: il corpo umano possiede dei meccanismi di autoregolazione e tende naturalmente verso l’autoguarigione.
La terapia si fonda sull’applicazione di tutti e tre i principi.
La principale differenza con la medicina tradizionale sta nel fatto che l’osteopata non si concentra solamente sui sintomi del paziente ma applica un approccio causale per risalire all’origine del malessere.
Il trattamento osteopatico non si avvale di farmaci ma utilizza diversi tipi di massaggi e manipolazioni:
- Muscolo-scheletriche;
- Mio-fasciali;
- Craniali;
In Italia l’osteopatia si è rapidamente diffusa negli ultimi vent’anni e nel 1989 è stato fondato il Registro degli Osteopati d’Italia. Inoltre, grazie alla legge n. 3 dell’11 gennaio 2018, entrata in vigore il 15 febbraio, l’osteopatia è stata formalmente riconosciuta in Italia come professione sanitaria autonoma.
Osteopatia e disabilità: è possibile?
L’osteopatia è una pratica manuale che si focalizza sul paziente, per cui il trattamento viene definito in base alla persona e alle sue esigenze.
Da questo presupposto si evince che l’osteopatia è una pratica sicura che può essere condotta su chiunque, che siano adulti o bambini, donne in gravidanza, come anche persone affette da disabilità.
Le uniche controindicazioni al trattamento che gli osteopati tengono a precisare sono le urgenze mediche e le malattie con danno organico importante, per cui sono necessari strumenti della medicina e chirurgia e per cui sarebbe insufficiente o inutile stimolare l’autoguarigione.
Osteopatia e disabilità: studi sull’efficacia del trattamento
Il trattamento osteopatico si è rivelato un ottimo aiuto per le persone affette da disabilità motoria transitoria o permanente.
L’osteopata può utilizzare le diverse tecniche di manipolazione per migliorare la funzione respiratoria, l’attività gastroenterica e la percezione del dolore.
Nel 2008 è stato effettuato uno studio negli Stati Uniti (Tucson, Arizona) per valutare l’efficacia dell’associazione di un trattamento osteopatico alla sola terapia farmacologica nel trattamento di bambini con paralisi cerebrale.
La paralisi cerebrale è causata da una lesione a livello del sistema nervoso centrale e porta a difficoltà nel linguaggio, nella deglutizione, nel controllo dell’eliminazione di feci e urine e a contratture muscolari.
Durante lo studio sono stati trattati bambini di età compresa tra 11 mesi e 12 anni, è stata mantenuta la terapia farmacologica ed è stato integrato un trattamento osteopatico che comprendeva manipolazioni craniali e mio-fasciali.
L’osteopatia si è rivelata efficace nel ridurre la spasticità muscolare dei bambini più di quanto non faccia la sola terapia farmacologica.
Un altro studio condotto in Italia nel 2010 (Ospedale Niguarda, Milano) ha voluto testare l’efficacia del trattamento osteopatico su 47 pazienti con lesione al midollo spinale.
I risultati sono stati rilevati utilizzando la scala di valutazione del dolore (VNS) e hanno mostrato una significativa riduzione della percezione del dolore nei pazienti sottoposti a trattamento osteopatico combinato alla terapia farmacologica.
Concludendo, osteopatia e disabilità vanno sicuramente d’accordo. Il trattamento osteopatico fornisce un aiuto nella percezione del dolore e nello scioglimento di contratture muscolari, migliorando la qualità della vita del paziente.
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