
Plantare: quando si e quando no?
In Pillole: Il plantare può essere utile per aiutare il piede e le articolazioni in determinate situazioni ma è sempre indispensabile? Decidere quando si e quando no è una questione medico-tecnica che va decisa da un ortopedico; generalmente quando si è in presenza di certe patologie può essere indicato, in altri casi è inutile o addirittura deleterio.
Plantare: quando si e quando no?
Abbiamo sentito spesso parlare dell’uso dei plantari in ortopedia, ma quando si devono usare e quando invece sono sconsigliati? Quando si e quando no?
La risposta a questa domanda non è semplicissima.
La pianta del piede è dotata di un sistema di recettori che interagiscono col sistema nervoso centrale elaborando informazioni relative a posizione, pressione, temperatura e dolore.
Quando il sistema muscolo-scheletrico presenta una morfologia equilibrata il risultato delle informazioni provenienti dall’esterno e quelle interne relative alla posizione del corpo nello spazio è uniforme e le articolazioni del corpo lavorano in maniera coerente ed equilibrata.
I problemi insorgono nel momento in cui sono presenti squilibri meccanici e posturali dovuti spesso ad altri problemi come la scoliosi o ad esempio una lunghezza differente degli arti inferiori.
Oggi tutti consigliano plantari, vengono indicati in maniera indiscriminata per qualsiasi cosa e spesso vengono venduti in ‘bundle’ da tutti i negozi di calzature non appena si decide di comprare un nuovo paio di scarpe.
Ma sono sempre necessari?
Il parere di un esperto
Plantare, Quando si e quando no?
Di norma il plantare si utilizza per questi scopi:
- correggere la statica difettosa del piede
- scaricare i punti di appoggio dolorosi
- compensare le lesioni definitivamente guarite
- correggere disequilibri statici e dinamici del piede
La prima cosa da considerare è che la decisione sull’utilizzo di un determinato plantare spetta ad un esperto, in questo caso ad un ortopedico.
In generale esistono due categorie di plantari: quelli statici per chi non fa molto movimento e quelli dinamici, indicati per chi fa attività sportiva e deve gestire gli scarichi delle forze sulla pianta del piede.
L’uso dei plantari è comunque un argomento molto dibattuto in ortopedia in quanto il piede umano è progettato per camminare sulla terra senza avere nulla che si interponga fra la pianta del piede e il terreno.
I plantari sono quindi utilizzati solo in presenza di specifiche patologie del piede e di norma è sempre meglio lasciare che queste si risolvano da sole.
Per quali problemi va utilizzato un plantare?
Pur tenendo sempre in considerazione che un plantare va usato sotto stretto consiglio del medico ortopedico, presentiamo una serie di casi tipici nei quali questo rimedio è indicato.
Attività sportiva
Le persone che fanno abitualmente attività sportiva possono utilizzare dei plantari che ammortizzano i traumi del piede a contatto col suolo, essendo basati sull’asse della gamba e del calcagno.
In questo caso parliamo di plantari da valgizzazione e varizzazione.
Sono dotati di un piccolo cuneo all’interno del calcagno, in modo da modificare l’asse di appoggio per affaticare meno il piede.
Problemi legati all’alluce valgo
Quando si è in presenza di una deformazione ossea come nel caso di alluce valgo complesso, quindi nei casi in cui il piede non è operabile, è possibile utilizzare plantari specifici su misura.
Il plantare ha come scopo quello di alleviare il carico dal secondo, terzo e quarto metatarso, aiutando a togliere il dolore.
Tendine d’Achille
Un altro caso tipico in cui è indicato l’uso del plantare è quello della patologia del tendine d’Achille, nel momento in cui ad esempio si soffre di tendinite.
In questo caso il plantare ha un rialzo all’altezza del tallone che aiuta il tendine ad avere meno sollecitazioni.
Siccome la patologia al tendine d’Achille è cronica, il plantare deve avere un utilizzo costante.
Piedi piatti nei bambini
L’ultimo caso che proponiamo in merito all’uso dei plantari è quello dei piedi piatti nei bambini.
Nel bambino è consigliabile utilizzare il plantare solo dai 5 agli 8 anni, cioè quando il piede è ancora deformabile.
Le solette sono realizzate su misura e presentano al loro interno una sfera sotto il calcagno che aiuta a sollevare il piede stimolando la formazione della volta plantare.
Nel caso di piede piatto dell’adulto il plantare va invece consigliato con molta cautela in quanto la volta del piede ha già ceduto e modificare l’assetto potrebbe provocare dolore.
Come agire?
Come comportarsi in caso di dubbi sull’uso dei plantari?
La cosa più importante è non ascoltare calzolai o titolari di negozi di abbigliamento: un plantare va infatti consigliato solo da un esperto tecnico ortopedico o podologo dopo aver visitato scrupolosamente il paziente e solo dopo aver analizzato il tipo di appoggio con un calco e con apposita strumentazione al computer.
Verificata quindi la presenza di un problema specifico che può trarre beneficio dal un determinato tipo di plantare, si potrà procedere alla scelta del tipo di supporto adatto.
L’osteopatia tuttavia, è una disciplina che si prende cura dell’essere umano nella sua totalità, a partire dalla storia clinica personale fino a considerare tutti i diversi distretti del corpo come possibile concausa del problema che ha originato i sintomi. Un’ottimo metodo per prendersi cura del proprio corpo è quello di farsi fare visitare da un Osteopata prima e dopo aver acquistato un plantare da un centro ortopedico specializzato. In questo modo l’osteopata sarà in grado di verificare la postura della persona e i miglioramenti nell’appoggio.
Leave a reply